Lidia ci racconta come ogni anno, al rietro a Monaco dalle vacanze, lascia un pezzo di cuore nella sua Pizzoni…
“Io credo di avere un settimo senso. Si, ne sono ormai sicura! Quella insolita sensazione di: sú sicura ka mi scordai ‘ncuna cosa mi assilla ogni volta che parto per andare lontano dalla mia terra. Effettivamente, pensandoci bene, ho capito di aver davvero scordato qualcosa! Ho scordato il mare e i tramonti sulla spiaggia; l’aria del mio paese la mattina quando tra campane e pisci friscu, pisci bonu e i pimmadora, frutta bella, frutta frisca non puoi fare altro che alzarti dal letto; il ta hacisti na rasula… quando dopo pranzo ti addormenti a quattrju i spadi sul divano come quando eri bambina; le grasse risate, quelle che mi hiceru ú mí scasciu con gli amici, ricordando le cose alla Mission Impossible che combinavamo da piccoli.
La gioia di hacimundi nú giru in montagna a mangiare frutta fresca (come i hjiammuammura perché more era troppo semplice) e le verdure raccolte direttamente dalla pianta che Km 0 scansati. Ho dimenticato l’odore delle case abbandonate, di’i catojia, che ispirano la mia fantasia e la mia voglia di averne una tutta mia. Ho lasciato ‘na seggia libera al bar, il caffè “è pagatu”, l’aperitivo “chi t’ imbivi?” con Fonzies, le chiacchiere “chi mi cunti?” scambiate con chiunque ti si sieda vicino, a prescindere dall’età, perché tutti conoscono te “chi sii, a hijjia d’ Ernestu?” e tu conosci tutti… “cu ere chistu?”
Ho dimenticato il fiume e le cascate cu i gurnali, le sorgenti d’acqua dove puoi bere cu i mani a cucchjiara; a passijiata al tramonto quando l’aria è hrisca e si insinua tra i capelli. Istintivamente chiudi gli occhi, come se facendolo potessi aumentarne la percezione.
Ho scordato le cene, quelle che non si organizzano mai, ma che tra una fetta di suppressata cu’u pane e ‘ddu pitti i hjiuri che fai, non ti fermi? Ho dimenticato papà, mi fai i pipi hrijuti? E “la casa magica di mamma” dove ti svegli e trovi i vestiti puliti, profumati e stirati ai piedi del letto e il caffèlatte sul tavolo accompagnato dalla Brioche. Ma soprattutto ho scordato una parte del mio cuore… ma quello l’ho lasciato apposta lì, così per avere sempre la scusa per ritornare a casa a riprenderlo, per continuare a sperare che qualcosa cambi, che ci si renda conto che costringere le persone a cercare una dignità lavorativa altrove, non fa che impoverire i piccoli paesi e lascia un vuoto profondo in chi è costretto ad andar via.
Ho passato due anni lontana dalla Calabria e dall’Italia per via della pandemia e, anche se ormai vivo in Germania undici mesi l’anno, quel settimo senso non si è mai affievolito ma seguita a farsi più intenso…
Quel gran saggio di Confucio diceva: “Ovunque tu vada, vacci con tutto il tuo cuore…” ma io non posso, perché continuerò a dimenticarlo li, a Pizzuni, ‘nta chijiu cahuni… con la speranza di poter tornare presto a riprenderlo”.
Bellissimo posto 😍🇮🇹❤